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Recensioni

2001 Mostra personale a Villa Cambiaso (Savona)

Recensione di Franco Bartolini

E' difficile avvicinarsi a questa giovane pittrice da un unico punto di vista.
Vi è quello del “mestiere” o dell' “arte”, come si diceva un tempo. E di “arte” in Cristina Sosio ce n'è tanta e tale che Le consente di spaziare dalla pennellata sciolta e distesa delle sue nature morte, al segno sicuro e graffiante delle sue incisioni, alla consumata padronanza delle tecniche dei grandi del passato, di cui esegue copie, a dir poco, sconcertanti.
A fronte di un dilettantismo troppo diffuso, non solo nell'espressione figurativa, non è cosa frequente, né di poco conto, imbattersi in Chi, dell’ ”arte”, é padrone e conoscitore.
Altri punti di osservazione e di approfondimento ci consentono di cogliere il delinearsi di una personalità in evoluzione, ma già impostata e coerente con un nucleo centrale che è il motore di ogni sua espressione artistica: “la dematerializzazione del reale”.
Infatti i quadri di Cristina Sosio sono sempre un affondo al di là dell'empirico, del molteplice che distrae, disperde e banalizza.
• Lo sono i tanti ritratti: graziosi, piacevoli, fedeli, mai occasionali e comunque sempre tali da fare di un viso l'espressione a volte assorta, a volte birichina e scherzosa, a volte inquieta e interrogante, del mistero di umanità che nel ritratto ci sta innanzi.
• Lo sono, non sembri strano, le copie del Rinascimento di cui la Sosio è studiosa e profonda conoscitrice, e vive pertanto la copia come evocatrice fedele e preziosa di quel grande movimento che ha segnato la nostra civiltà.
Concludendo: diversità di soggetti e molteplicità di tecniche non distraggono l'osservatore attento, perché molteplici forme di espressione di Cristina Sosio sono sempre coerenti con l'unità dell'intuizione artistica.

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